Odart Restaurant
Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 40 / 80,00 euro cad.
Attualmente Chiuso.
Specialità consigliate
Mi trovo in treno, di ritorno da questa fantastica esperienza, quale momento migliore potrei trovare per descrivervi tutto, se non ora che il ricordo è ancora vivido nella mia mente e nelle mie papille.
Vi racconterò di un ingegnere alimentare, della sua grande passione, di una smisurata conoscenza tecnica e del suo pensiero…
Vi racconterò dello chef Corrado Parisi.
Esiste per noi italiani un’idea radicata nella nostra cultura, l’idea che il cibo è convivialità. Spesso quando si esce dai confini italiani è molto difficile ritrovare questo calore o i sapori legati alla nostra terra. Ancor più raro se enfatizzati e ben studiati per creare piatti che stupiscano senza mai essere banali.
Si tratta di una nuova location, nata da poco in Austria, una scommessa se vogliamo, un’idea, un progetto ambizioso intrapreso da un imprenditore italiano e da uno chef che puntano a riportare in Tirolo, la grande eccellenza culinaria italiana, ma in veste europea, con prodotti locali e italiani per creare un connubio tra Austria e Italia.
Sono stato da Odart, un locale nuovo di zecca sorto tra i borghi in stile medioevale del paesino di Hall in Tirol vicino a Innsbruck. In questo contesto di 13.000 persone sono stato folgorato letteralmente dalla cucina di Corrado Parisi.
Lo ammetto lo conoscevo tramite qualche piatto visionato in rete, ma…. mea culpa, non avevo mai avuto la possibilità di entrare nel suo mondo e gustare le sue creazioni. Corrado pur avendo grandi trascorsi con gli chef Adria, Ducasse e Roca, si presenta subito in maniera semplice, senza tanti virtuosismi, con quella umiltà che solo i grandi professionisti consapevoli della propria cucina sanno essere.
Il locale è caratterizzato dai toni del rosso, bianco e legno, senza essere freddo, anzi lo trovo raffinato. Permane quel calore umano fondamentale per gustare in relax una cena ad alti livelli.
Una porta a vetri automatica separa l’atrio di ingresso dalla sala. Travi a vista e lampade a cadere ne completano l’atmosfera elegante.
Circa 40 posti in tutto. Man mano che inizia la degustazione inizio a capire che non sarà una cena qualunque, ma di questo ne avrò piena coscienza solo a degustazione finita. Si perché mi aspettavo una bella situazione, ma non a questi livelli. Giuro!
Iniziamo con un’entrée dove lo chef si presenta, dimostrando la sua tecnica sopraffina: “lecca lecca di formaggio Piemontese (Beola), macaron caprino e tartufo, raviolo d’oca con liquirizia e porcini, cotoletta alla viennese (un’uovo impanato), perla di manzo con mandorle e maionese alle acciughe”.
Da qui è un crescendo di contrasti, consistenze, tra mousse, crumble, acido, sapido, dolce, amaro, cremoso, insomma la cucina che personalmente più mi piace. Quella dettata dal divertimento sia per chi gusta che per chi crea. Nasce così una sintonia tra cliente e chef, la si percepisce, la si vede ad ogni portata. Cosi proseguiamo consapevoli entrambi di ciò che sta accadendo: una simbiosi.
Tra gli antipasti spiccano i suoi evergreen: “l’uovo griffato” cioè un’uovo cotto a 65°, asparagi alla vaniglia, aria al pepe e crema di burrata e il “maialino alla brace senza brace“. O meglio… un’illusione, perché il Maialino è crudo ma ha il sentore dell’affumicato, sembra essere cotto. Il tutto Accompagnato con cremoso di parmigiano “senza parmigiano“, insalata di mele in 2 consistenze (composta ed essiccata) e frutti di bosco.
Una cucina basata sui contrasti straordinari e che ritroviamo anche nel “Salmerino affumicato, arancia, mousse di cetriolo, pera, frutta secca, aromi selvatici di montagna”.
Riscontriamo la genialità dello chef, la voglia di stravolgere gli schemi di un piatto classico come il “Tonno Vitellato”: Tonno su riduzione di salsa al vitello, salsa di acciughe, salsa verde light, maionese di capperi.
Poi eccolo…
Il risotto che non ti aspetti, con rapa rossa mantecato alla vaniglia, Salmerino e scorzonera marinato al mandarino. Cremoso, mantecato alla perfezione con quella punta di acido data dal mandarino, esaltando così il sapore dolciastro della rapa.
L’idillio continua con i secondi di carne e di pesce
Assaggiamo il Petto d’anatra tenerissimo cotto a bassa temperatura e glassato al vino, purea di sedano rapa, gnocchi di pane alla frutta e il suo jus e un Duo di pollo con ketchup di rabarbaro e rapa rossa, crema di spugnole.
Infine eccoci alla passione dello chef, i dolci
Prima una Sacher 2.18 con alla base biscuit tipo brownie, gelatina all’albicocca, crema all’albicocca e cioccolato al latte caramellato al sale, poi una cheescake al basilico selvatico e lemon curd con pomodorino candito, dolce!
Una Cheescake rivisitata con basilico selvatico, lemon curd e pomodorini semicanditi, un modo per avvicinarsi anche ai gusti più particolari dei tirolesi. Genio!
Che altro dovrei dirvi, non vi basta?!
Ho trovato un’espressione della cucina altissima, dove si fondono conoscenza, ma anche tecnica e sperimentazione, dove la materia prima non è mai stravolta a tal punto da risultare incomprensibile ma sempre naturale e semplice.
In conclusione è diventato uno dei miei Best Chef, e sono certo che in breve tempo farà parlare molto di sé.