One Love Restaurant
Punteggio: 4.5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 35 / 65,00 euro cad.
Specialità consigliate
Ebbene sì, lo ammetto… Sono food dipendente! Scherzi a parte, quando mi capita di pianificare un viaggio o una trasferta imprevista, la prima cosa che faccio è guardare se nelle vicinanze c’è un ristorante che possa valer la pena recensire e consigliare. Così è stato per il “One Love Restaurant“ a Bergamo. Dovevo essere nella Bergamasca dopo cena, quale occasione migliore per arrivare con tutto comodo, magari con un paio d’ore di anticipo e far passare il tempo davanti a un buon piatto. Iniziai a visionare diversi ristoranti in zona, fino a che mi venne una folgorazione… Alan! Non lo conoscevo di persona, ma ero rimasto affascinato dalla sua storia, conosciuto in tv grazie al reality “Chopped“ su Food Network. Decido di prenotare e provare il suo nuovo ristorante, aperto da poco più di un mese. Solitamente sconsiglio di provare un locale appena inaugurato, ritengo che la brigata debba ancora assestarsi e prendere confidenza con il posto, quindi mi sembra giusto lasciargli un po’ di tempo… ma stavolta ero fiducioso, non so, c’era qualcosa che mi portava a dire proviamo. Il ristorante è in piazza Emanuele Filiberto, zona frequentatissima. Nelle vicinanze è facile trovare parcheggio, quindi non ve ne dovete preoccupare. La particolarità di questo ristorante si fa subito evidente già dal fatto che per entrare bisogna suonare il campanello, un po’ come a casa. Veniamo accolti gentilmente e già la prima impressione mi piace, servizio educato e simpatico.
Mi guardo attorno e vedo una location pulita ed essenziale, pochi fronzoli. Una grande scalinata all’ingresso porta al piano superiore dove si trova un’altra sala adibita alla banchettistica, ma noi rimaniamo al piano inferiore che è caratterizzato da un’ambiente minimal dove la sala è luminosa e suddivisa in due zone attraverso un muretto che ne delimita gli spazi, il parquet e il grande camino in pietra al centro conferiscono un’atmosfera calda. Tutto gioca sui toni del bianco, beige e legno. Sedie color grigio, sotto-tovaglie marroni e mise en place semplice. Le uniche punte di colore sono date dai quadri alle pareti, raffiguranti immagini astratte e colorate. Leggendo il menù balza subito all’occhio che la cucina è un mix tra finger food, piatti della tradizione siciliana e portate che prendono spunto dal background di esperienze passate in Europa dello chef Alan Foglieni. Si capisce subito che ad Alan piace giocare con gli ingredienti ricercando sempre qualcosa di nuovo che possa portare differenti sensazioni al palato.
Durante l’attesa ci viene offerto un entrée stuzzicante, “Lollipoll“: un bon bon di pollo con all’interno una scamorza filante, accompagnata da una maionese alla barbabietola. Un modo divertente di assaporare i piatti che prosegue anche con l’antipasto “Finger Food Esperience“ un mix composto da microburger, tartare di salmone con mela e salsa thai in fermentazione, cotechino e taleggio, Quinoa & Humus salad, e un sarda fritta con arancio e zenzero. Bell’inizio! Proseguiamo con un classico della cucina bergamasca, ma rivisitata dalla mente creativa di Alan, dei saporiti “Casoncelli“, ovvero pasta di farina di latte ripiena di salumi, salsiccia, pere, uvetta, amaretto, prezzemolo e grana padano, serviti su piatti artigianali in legno come venivano gustati all’epoca della loro nascita (1366). Per chi è amante del pesce deve provare “Tra un couscous e una bouillabaisse“, un piatto che vuole essere la congiunzione tra il nord e il sud d’Europa. Una zuppetta di pesce montata al burro in stile francese, ma italianizzata con gamberi viola di Mazzara, molluschi e couscous allo zafferano. Interessante e gustoso, è un piatto delicato dove il sapore del pesce non è troppo forte. Da provare anche il “Devil’s Kiss”, ovvero gamberi avvolti in salame croccante su crema di carota dolce e acida, accompagnate da panelle fragranti (omaggio alle origini siciliane). Quasi sazi oramai… non rinunciano al dolce, e facciamo molto bene, dato che le creazioni di Nafi Dizdari, (socia e pastry chef) sono la ciliegina sulla torta! Assaggiamo due dolci alla carta, Un Tiramisù “2.0″, e il “Mango e Oliva“. Il primo è una rivisitazione del classico dolce, ma scomposto, dove sul fondo del piatto una morbida crema al mascarpone si mescola perfettamente ai savoiardi “home made“ con gelato al caffè nel centro, il tutto completato da una tazzina di caffè e cioccolato che il cliente versa sopra, coinvolgendolo nella preparazione. Mango e Oliva è invece una mousse al cioccolato bianco con sopra adagiato un sorbetto al mango e decorato con caramello alle olive nere, un dessert che non ha niente da invidiare a tanti altri dolci assaggiati in locali stellati. La morale? A volte gli imprevisti riservano anche dei lati interessanti e gustosi! Siamo arrivati per provare e ce ne andiamo soddisfatti per aver scoperto un nuovo ristorante che consiglieremo non solo per la cordialità, ma soprattutto per i piatti creativi, divertenti e inusuali.