Osteria del Viandante
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 65 / 80,00 euro cad.
Specialità consigliate
Recensione
“Una delle cose più belle che si possono avere quando esci a cena è rimanere sorpreso e tornare a casa soddisfatto della tua scelta.”
E’ una sensazione che mi mancava da almeno un mesetto, e sinceramente ne sentivo la necessità.
Lo ammetto, la delusione per aver provato un locale che è risultato pessimo era una ferita ancora viva. Il mio ultimo viaggio sul lago di Garda era stato un flop. Si era concluso con una perdita di tempo e un locale non all’altezza delle premesse. Quindi la voglia di uscire e riscattarmi era altissima!
E per fortuna il mio istinto è tornato e stavolta la cena è andata alla grande!
Ma partiamo dal principio!
Inaugurato a giugno 2021 eccomi qua dopo 1 anno a provare anch’io la tanta acclamata Osteria del Viandante a Rubiera, nella provincia reggiana. Il locale è sempre stato molto conosciuto e meta di appassionati di vini e buona cucina tradizionale, ma ora credo abbia una marcia in più.
Acquisito e ristrutturato per volere di Marco Bizzarri, Ceo di Gucci e nativo di Rubiera ora è veramente un gioiello di eleganza. A dirigere la cucina una vecchia conoscenza parmigiana, lo chef Jacopo Malpeli, cuoco di grande talento che conobbi nel 2017 all’Antica Osteria della Peppina, nel piacentino.
La bellezza di questa Osteria è che sorge sui bastioni dello storico Fortino di Rubiera. Una rocca eretta attorno al 1200 a difesa della città e che ha visto ospitare personaggi storici come Napoleone, la Famiglia Borgia e Garibaldi. “L’eroe dei due mondi“ all’epoca lo divise in 2 per permettere il passaggio e la costruzione della via Emilia, uno di questi tronconi è diventato il ristorante attuale.
Appena si salgono le scale si viene rapiti dalla bellezza dell’edificio, che trasuda storia in ogni angolo; dal lampadario a cascata che domina la scala d’ingresso, alle maestose sale dagli affreschi restaurati, le ampie terrazze fiorite dai parapetti merlati che circondano la rocca e anche la bellissima veranda di glicine, ideale per le serate estive come questa.
Ed infatti il caso vuole che il nostro tavolo sia qui in terrazza proprio di fianco alla veranda.
Ci accomodiamo e dopo un consulto veloce al menu decidiamo di ordinare alla carta, anche se le degustazioni erano molto invitanti. Ne hanno due, una tradizionale con qualche rivisitazione e l’altra interamente vegetariana.
L’Entrèe
Comunque partiamo alla grande con i primi stuzzichini di benvenuto che comprendono, “Cialda di polenta soffiata, spuma al parmigiano e rosmarino croccante“, “Gnocco fritto con la nostra mortadella e un velo di barbabietola acidulata“, e una versione moderna di “erbazzone con sopra una spolverata di ciccioli“.
Classici emiliani ma in veste nuova giocati su consistenze croccanti, morbide su toni acidi e sapidi.
Mentre contempliamo l’inizio di una cena che si prospetta già decisamente buona, non possiamo che rimanere piacevolmente contenti dell’impatto iniziale con lo staff e valutare il servizio, dove l’atmosfera è resa accogliente e simpatica dai giovani ragazzi di sala, professionali e super cordiali, dalla battuta pronta ma mai invadente. Il giusto mix, per una “trattoria contemporanea“ molto elegante.
Gli Antipasti
Proseguiamo nei nostri assaggi, con l’arrivo dei due antipasti scelti:
“Melanzana fondente, crema al Parmigiano Reggiano stravecchio, emulsione di pomodoro leggermente piccante, crumble di cipolla nera bruciata e foglie di basilico” e “Trota Iridea dalle montagne dell’Appenino, leggermente marinata e servita con cipolle borettane affumicate, gel di ananas e latte di cocco”.
La melanzana come si vede dalla foto è un piatto morbido e confortevole, giocato sui colori vivaci e sull’aspetto prevalentemente cremoso, ma che nasconde una piccantezza piacevole e inattesa. Al taglio risulta ben compatta e non si sfalda, consentendo così un gioco continuo di consistenze con la parte cremosa e la parte croccante del crumble di cipolla.
Differente è il piatto di pesce, dove la Trota oltre a presentarsi esteticamente molto elegante mantiene la sua freschezza rinvigorita dalle punte dolci dell’ananas e dal latte di cocco. Importante sottolineare la freschezza della materia prima, dove la trota è protagonista senza essere invasa da altri sapori che la sovrastino.
I Primi
Passiamo quindi ai primi, Ma partiamo da quello che ritengo sia “il piatto che vale il viaggio“ ovvero
”Savarin di riso versione alla Cantarelli con lingua salmistrata, risotto al Parmigiano Reggiano e ragù ai funghi porcini con piccole polpette“. Un classico riportato agli albori ma all’ennesima potenza.
Un piatto eccezionale che si presenta delicatissimo alla prima forchettata. La lingua salmistrata fa da apri pista ad un continuo gioco di sapori sempre ben distinti, dal fungo alla polpetta carnosa al ragù corposo e denso. Il risotto invece risulta cremoso e ben mantecato, si scioglie in bocca!!
L’altro primo in carta che gustiamo sono i “Plin ripieni di coscia d’anatra arrosto, crema al Parmigiano Reggiano stravecchio e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia 25 anni. Una portata che non lascia delusi, dove la pasta è fatta a regola d’arte. La sfoglia tirata perfettamente, si sente bene sotto i denti, senza impastare la bocca ma lasciando protagonista il ripieno di carne d’anatra. La stessa ha una sapidità decisa ma mai invadente, così da rimanere in armonia con la parte cremosa e ben dosata del Parmigiano e dell’aceto balsamico.
I Dessert
Indecisi se prendere il secondo, ma a malincuore rinunciamo (ma torneranno a fare degustazione sicuro!) per lasciar spazio al dessert finale.
Così ci buttiamo sui dolci!
Decidiamo per due dessert freschi e golosissimi.
La prima è una “Cheesecake” scomposta con Ricotta montata alla vaniglia, ananas candito all’habanero, crumble alle mandorle e scaglie di cioccolato manjari 64%. Il secondo invece è una “Millefoglie di lamponi e pistacchio” composta da croccante di pasta fillo, cremoso al mascarpone e al pistacchio, con gel e lamponi freschi.
Due finali degnamente eseguiti che traghettano il cliente alla fase di relax conclusiva mentre il palato festeggia.
Anche qui oltre alla parte estetica ben curata, si ritrovano sapori familiari, ma in veste elegante, con toni acidi o piccanti tra spunti croccanti o mousse cremose e esaltarne la golosità.
Ormai propensi alla conclusione ci arriva una terzo dolce di assaggio omaggiato dallo chef!
Di punto in bianco arriva il carrello del gelato con tutte le guarnizioni da poter scegliere in abbinamento.
Lo chef Jacopo conoscendo la mia passione per il gelato alla crema voleva avere un giudizio in merito e devo dire che non ci siamo risparmiati per valutare bene l’assaggio! (Ahahaha)
Il Gelato è ben mantecato e risulta più leggero rispetto ad altri assaggiati, delicatissimo, dal colore chiaro e non giallo intenso come ero abituato invece a vedere. Viene prodotto solo con uova (di un piccolo allevamento biologico dell’appennino senza colorante) latte, panna, zucchero e vaniglia.
Quindi non ci sono neutri (farine di carruba, ecc) che solitamente vengono impiegati per rendere il gelato spatolabile e non far formare i cristalli di ghiaccio. Un risultato ottenuto grazie alla consulenza del mastro gelatiere Simone De Feo della pluripremiata “Cremeria Capolinea” di Reggio Emilia.
In foto l’assaggio di Gelato e la piccola pasticceria finale a chiusura della cena, composta da Cocco creme cheese e mandorla, Gelatina alla fragola, Pralina di cioccolato fondente ripieno di Nocino
Ora è veramente finita!
Sazi e soddisfatti ci alziamo e assieme a Jacopo ammiriamo estasiati le sale che compongono il locale. Un giro panoramico che ci porta anche a visitare la cantina. Una cella composta da quasi 2000 etichette, divise tra italiane e Francesi con particolare attenzione alla Borgogna.
Che dire quindi?
Beh chiaramente l’adesivo è stato rilasciato, e che torneremo è sicuro.
La cucina di Jacopo è un giusto connubio tra tradizione e creatività, elevando di livello l’eredità gastronomica emiliana. Gusti classici ma dalle rivisitazioni eleganti e leggere, dove palato ed estetica sono in simbiosi.
Che bel posto!
In foto l’Adesivo consegnato allo Chef Jacopo!