Osteria Il Bersò
Punteggio: 4,5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 30 / 45,00 euro cad.
Specialità consigliate
Avete presente la tipica trattoria di campagna con le tovaglie a scacchi, con il calore dei posti semplici e dai piatti gustosi?
Ecco questa volta dopo tanti ristoranti gourmet mi sono fermato in un locale tipico della mia zona, ed è stata una piacevole scoperta.
Ma partiamo dall’inizio!
Dopo tanto viaggiare in lungo e in largo per l’Italia è bello anche fermarsi, e assaporare la cucina di casa o meglio della tradizione emiliana, quella di Parma. Lo sapete io cerco sempre posti particolarmente invitanti, dove posso assaporare anche piatti differenti dal solito. Deciso a rimanere in zona ho provato un locale che mi stuzzicava già da parecchio, una trattoria tipica, un locale che avevo spesso sentito menzionare ma mai visitato. Era da un anno che lo avevo in testa, ma si sa poi le situazioni si evolvono in maniera tale che non si riesce a programmare un cosa così semplice!
Finalmente eccomi a provare l’Osteria il Bersò nella campagna sorbolese vicino a Parma. Il Bersò è un’osteria che trasuda storia. Un posto fatto di persone, piatti e chiacchiere lunga quasi un secolo. Un luogo di ritrovo per gli amanti della buona cucina, reinventato da Isabella Chiussi e il marito Fabrizio, lei in cucina e lui in sala. La chef Isabella è una persona energica e trasparente, lo si percepisce subito appena ci si scambia quattro parole. Di quelle persone che al primo posto mettono l’accoglienza e la qualità e poi tutto il resto. Una qualità e una materia prima eccellente, ritrovata in ogni piatto.
Arrivati, ci accomodiamo all’esterno del locale, sotto il famoso bersò da cui prende il nome. Uno stile semplice, rilassante. Con piccole lampadine a cadere che richiamano uno stile vagamente provenzale. Almeno l’impressione che ho avuto io è stata quella! Attorno piante rampicanti a darne un contesto ancor più bucolico. All’interno 2 sale, in totale una sessantina di posti.
Arrivano i menù e notiamo diversi piatti invitanti, naturalmente leggendo, fa da padrona la pasta sfoglia, tra tortelli e ravioli di vario tipo, e la torta fritta (detto gnocco fritto al di fuori della zona di Parma) accompagnata dai nostri salumi. Dopo un’attenta analisi del menù optiamo per un antipasto e 3 primi… poi si vedrà! Nonostante diversi antipasti interessanti (che mi sono ripromesso di provare!) ci abbandoniamo alla goduria di un ottimo tagliere di Culatello Az. “Dalla Tana” con torta fritta e cipolle in agrodolce da gustare con il pane morbidissimo fatto in casa.
Lo so, siamo stati sul classico, ma quanta soddisfazione…
Come bambini golosi passiamo uno dietro l’altro alla degustazione dei tre primi: Tortelli di patate con pecorino di Fossa, Ravioli al rosmarino su crema di peperone giallo e guanciale croccante e infine Tortelli di melanzane con pomodorini e timo. Una sola Parola: La delicatezza. Tutti gustosi, saporiti, mai pesanti, con la sfoglia leggerissima. Un colpo al cuore è stato per me scoprire l’abbinamento della crema di peperone con il guanciale croccante. Un innamoramento che ricorderò a lungo. Quando parlando con qualcuno si dice, sai che è buono? Ecco questi non hanno bisogno di descrizioni eccessive, sono buoni, e molto. Punto.
Con la contentezza in corpo e fiducioso ormai del posto, decidiamo di assaggiare un “ever green“, la Vecià di cavallo. Ovvero la cosiddetta “Vecchia“ un secondo tipico di Parma composto da cavallo macinato e cucinato con cipolla, patate e peperoni. Scelta azzeccata! Ormai quindi in fase di goduria da pasto, ci lasciamo trasportare al dolce finale, per chiudere in bellezza. Una golosa crema di mascarpone con granella di nocciole cosparse sopra su un fondo alla nutella, e un dessert dal nome particolare: Il Ri-Ciclo. Nato dall’idea di “riciclare“ le briciole della torta “Sbrisolona” (la Sbriciolona), abbinandole al gelato fiordilatte con il nocino, un liquore di zona. La sbrisolona, è una torta di origine mantovana, composta da mandorle, chiamata così perché si sbriciola facilmente, lasciando pezzetti di mandorle e frolla. Una delizia.
Con la pancia piena e il sorriso stampato in faccia concludiamo la serata chiacchierando con la Chef e scoprendo aneddoti e curiosità sul suo percorso lavorativo. Un’energia e una voglia di mettersi sempre in discussione che la porta a fare stage da grandi stellati almeno una volta l’anno per apprendere sempre qualcosa di nuovo. Un’umiltà che nonostante tanti anni tra i fornelli fa capire la vera passione per la cucina, quella più naturale, semplice, dettata dall’entusiasmo.
Chapeau Isa, tanti dovrebbero prendere spunto dalla tua forza e umiltà nel sapere che non si smette mai di imparare.