Ristorante Badessa

Punteggio: 4 / 5
Prezzo (escluso bevande): 35 / 70,00 euro cad.

  • TITOLARE / CHEF: Luca Ferrari
    TITOLARE / MAITRE/ SOMMELIER: Alberto Ruozzi
    IN CUCINA: Fabrizio Lombardo & Nicole Frigato

Specialità consigliate

  • Flan di stagione dello chef
  • Sformatino al parmigiano reggiano, radicchio in crosta di pancetta e pane con a.b.t.r.e.
  • Ventaglio di salumi selezionati e di nostra produzione, accompagnati da gnocchini fritti.
  • Frittelle di baccalà tempurate al rosmarino con salsa all’arancia
  • Degustazione di formaggi reggiani serviti con a.b.t.r.e., marmellate di nostra produzione, miele e polline biologici di anna ganapini
  • Prosciutto crudo di nostra produzione oltre 30 mesi accompagnato da gnocchini fritti
  • Tartare del nostro filetto di manzo goccia d’oro e sale di cervia imbrunito
  • Tagliatella verde doppia pasta vegetariana “ajeda” al sugo antico di aglio senz’anima, noci, latte, erbe aromatiche
  • Tagliatella verde doppia pasta al battuto di fresco guanciale, pancetta e lardo
  • Tortelli di bietole, spinaci e ricotta saltati con burro e salvia
  • Risottino carnaroli al sorbara fiocchi di cotechino spadellato, gocce di zabajone e a.b.t.r.e
  • Tortelli alle 3 zucche saltati con burro garfagnolo e salvia di campo battuto di guanciale servito a parte
  • Passatelli “in secca” al profumo di limone ragù di barzigola, crema verde
  • Cappelletti reggiani in brodo di cappone e ganassino
  • Caramelle della badessa al petto d’anatra brasato
  • Vegetariano badessiano; hamburger di ceci, spinaci e maggiorana con ratatouille di verdure, pinoli e yogurt bianco
  • Faraona, sugo agrumato e il suo 5°/4° arrostito
  • Veli di coniglio porchettato dressing, indivia saltata e crema di carote
  • Cosce e petti di quaglia dorati, fonduta ai funghi porcini, purè di patate allo zenzero ed erbe
  • Guancette brasate, riduzione al lambrusco reggiano e “casagaj” tostato
  • Filetto del nostro miglior manzo al naturale
  • Costine di maialino speziate arrostite a bassa temperatura, marmellata di cipolle rosse e maionese alla senape
  • Filetto del nostro miglior manzo “badessa” con cacao amaro, a.b.t.r.e e sale dolce di cervia al balsamico serviti in sala
  • Sorbetto – gelato “badessa”: mele, saba e mentuccia fresca
  • Tris di classiche reggiane: torta tagliatella, torta di nocciole e cioccolato, crostata con marmellate di nostra produzione
  • Calda torta di mele rivisitata con frolla al mais, mele spadellate al brandy e affiancata da crema inglese
  • Il nostro tiramisu’ a scelta con a.b.t.r.e al ginepro
  • Zuppa inglese con savoiardi di nostra produzione, crema pasticciera senza farina e alchermes naturale
  • Torta di riso 2.0: pappa di riso, crema pasticcera al limone, croccante di riso soffiato e mandorle
  • Panna cotta effetto fior di latte accompagnata da: fonduta al cioccolato fondente, rum cacique, nocciole dolci e pistacchi di bronte

Sono talmente abituato a girare per locali, che quando mi fermo e faccio passare troppo tempo, mi sento come se mi mancasse qualcosa. Era da qualche settimana che non andavo in cerca di nuovi ristoranti da recensire, che per me rappresentano nuovi stimoli olfattivi, gustativi e umani. E’ un modo per conoscere e scoprire nuovi aspetti della nostra cucina, quella italiana, quella più vera. Fatta di piatti, ma anche di persone.

Con grande entusiasmo ho ripreso quindi il mio viaggiare in cerca di un locale che mi ispirasse, ed eccolo qua!

Badessa, un locale nella provincia reggiana, ex caseificio di parmigiano reggiano divenuto in seguito ristorante, che prende nome dalla “botte Madre” nella produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. Il locale è rustico, caratterizzato da una sala circolare con soffitto a cupola, e da piccole sale ai lati. La mise en place è classica. Tovaglie bianche e tavoli in legno con pavimento in cotto a richiamare i tipici locali di zona. Particolari e caratteristiche sono le piccole botti esposte che fanno anche da arredo.

E’ gestito da 2 giovani ragazzi. Due laureati uno in filosofia e l’altro in ingegneria che alle scrivanie hanno preferito la passione per la cucina, rispolverando le ricette antiche, quelle di nonna, legate al territorio.

La cucina infatti è un mix di tradizione ma con un’indole verso il moderno, con rivisitazioni interessanti e ben studiate. Appena nominata miglior giovane osteria d’Italia e chiocciola slow food dalla prestigiosa guida omonima.

Veniamo accolti dallo staff giovane e allegro. Un benvenuto informale, quasi come fossi un cliente abituale, di casa insomma. Alberto, maître e titolare, è un ragazzo alla mano alla quale piace far sentire gli ospiti a loro agio.

Mi piace trovare posti che ti accolgono in maniera semplice senza tanti fronzoli. Unico neo, il tempo di attesa di qualche portata, che verrà colmata con pane caldo e grissini.

Iniziamo da un’entrèe a base di verdure e mandorle. Una vellutata di verdure di broccoli, porri, carote, cipolla e sedano con mandorle tostate e olio evo. Molto delicata e gustosa. Dopo un primo sguardo al menù decidiamo per due antipasti completamente differenti.

Il primo è un piatto delicato, un flan di verdure di stagione con bietole su crema di patate e cipollotti cotti in lambrusco e saba, più prosciutto crudo croccante a decorare. L’altro è di grande golosità, le frittelle di baccalà tempurate al rosmarino con salsa all’arancia.

Le frittelle sono morbide all’interno e croccanti esternamente, rivestite da una panatura non unta. Un bel gioco di contrasti sotto i denti che viene vivacizzato leggermente da una salsa all’arancia che dona vigore. Intingere la frittella nella salsa crea dipendenza. Buonissimo!

Passiamo ai primi, personalmente vado su un piatto che mi stuzzicava molto e che credo sia uno dei loro punti di forza, il Risottino carnaroli al Sorbara con fiocchi di cotechino spadellato, gocce di zabaione e aceto balsamico di Reggio. Un risotto che racchiude in sé tutta la tradizione emiliana, saporito, con la vena acida del lambrusco contrastata dalla dolcezza dello zabaione, anche se personalmente avrei aggiunto più zabaione per aumentare il contrasto, rimane uno dei piatti che esprime al meglio la loro cucina a km zero.

Ma passiamo all’assaggio dell’altro primo, ovvero una tagliatella verde doppia pasta, vegetariana “Ajeda” al sugo antico di aglio senz’anima, noci, latte ed erbe aromatiche. Anche qui la tradizione della pasta fresca tipicamente emiliana, ti porta a viaggiare nei ricordi, con le domeniche in famiglia, mentre tu da bambino ti aggiravi attorno al tavolo per spiluccare qualche tortello. Un piatto godurioso che grazie all’abbinamento con latte e noci crea un crema deliziosa e non pesante.

Il meglio però arriva con la dolcezza dei dessert, ecco qui ho trovato una torta di riso eccezionale, un rivisitazione straordinaria

Come detto per il dolce mi faccio conquistare dalla Torta di riso 2.0. Ovvero una pappa di riso con crema pasticcera al limone, croccante di riso soffiato e mandorle. Un dessert delicato e accattivante, che gioca su diverse consistenze. Appena lo si ha davanti agli occhi è inevitabile affondare con gioia il cucchiaino nella pappa di riso e poi subito nella crema pasticciera per godere in un tutt’uno, fino allo scrocchiare del riso soffiato che sotto i denti diverte l’assaggio.

Non da meno è anche l’altro provato, un classico ma sempre ben accetto: Panna cotta accompagnata da fonduta al cioccolato fondente, rum cacique, nocciole dolci e pistacchi di bronte.

Qui appena lo si gusta emerge la differenza abissale che c’è tra un dolce dove la panna è stata fatta in casa e quelli spesso spacciati per tale ma che arrivano dalla grande distribuzione. Qui si sente il latte fresco. Un dolce che risulta più leggero rispetto ai canoni soliti. Conclusa questa cena, mi rimane che presentarmi con grande sorpresa dei ragazzi.

Mi faccio chiamare lo chef Luca e assieme ad Alberto, l’altro titolare, ci facciamo un bel selfie come da prassi, divagando qualche minuto sulla cucina e la loro storia.

L’adesivo è ora anche alla Badessa perché è un posto che vale la sosta.

Esco e me ne vado consapevole di un altro bel locale nella zona, da riprovare magari con altri piatti, o semplicemente per riassaggiare la loro torta di riso… un tuffo al cuore.