Bistrot Fourghetti
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 70 / 90,00 euro cad.
Specialità consigliate
Recensione
Dopo un anno a dir poco tragico, sia per le chiusure forzate che per la pandemia, si riparte per trovare nuovi ristoranti da consigliarvi e vivere in spensieratezza!
Il primo del 2022 che ho voluto testare è un locale che mi è stato segnalato da diversi amici gourmet, nonché famoso per aver avuto al suo timone lo chef stellato Bruno Barbieri… sto parlando del Fourghetti a Bologna!
Dal 2020 il locale non è più in mano allo chef e giudice di Masterchef ma al suo stretto collaboratore Erik Lavacchielli, che ne ha preso la gestione completa.
Quindi quale occasione migliore per provare il cambio di rotta?
Così un sabato a pranzo, su consiglio della mia amica bolognese Paola, mi sono seduto al tavolo e ho provato la sua cucina.
Entrando, il locale risulta da subito fresco, giovane e dinamico. Oltre come Bistrot è stato concepito anche come cocktail bar dove fare aperitivi lunghi, se non lunghissimi tra finger food stuzzicanti e amuse bouche deliziosi!
Un aspetto sul quale il locale punta molto e che viene evidenziato già all’ingresso con l’imponente bancone bar!
Una curiosità che in pochi sanno!
Il nome Fourghetti deriva dall’unione di ‘four’, ovvero quattro in inglese, e ‘spa-ghetti’, per richiamare l’idea del “cucinarsi quattro spaghetti”
Ci accomodiamo in una delle sale aperte, caratterizzate da grandi vetrate e tavolini in granito nero con mise en place essenziale. Indecisi su cosa prendere, optiamo per piatti singoli scelti dalla carta, abbandonando l’idea degustazione, così da poter avere una valutazione su più portate.
Iniziamo dall’entrèe,
composto da “Mini panino con pan brioches e mousse di acciughe del cantatrice”, “Cialda di riso soffiato con salsa di pomodoro arrostito e salsa all’aglio”, “Cialda di pasta fillo con origano siciliano”, e infine “Mini Cotoletta di vitello alla Bolognese con fonduta di Parmigiano e prosciutto croccante”.
E già da qui ci piace!
Stuzzicanti questi finger food… che ci fanno ben sperare!
Quindi passiamo agli antipasti
uno di pesce e uno super goloso: “Triglia, scarola, uvetta, salsa limone e scalogno, wafer salato, salicornia” e “Uovo in doppia cottura, topinambur, bernese, estratto di basilico”. Il primo gioca sulla perfetta cottura tenera della triglia che si alterna tra i gusti dolci dell’uvetta, l’acido del limone e il salato del divertente biscotto a forma di lisca di pesce. Infine l’aspetto vegetale a ripulire il palato dona colore ad un piatto già esteticamente molto elegante.
Il secondo invece è un trionfo di goduria cremosa, in un gioco croccante-morbido tra la perfetta panatura dell’uovo e le salse sul fondo, in un’alternanza continua di punte acide.
Gia da questi piatti si capisce la grande padronanza dello chef con panatura e cotture.
Ma continuiamo il nostro racconto…
Passiamo ai primi,
Dove decidiamo per “Fregula risottata con brodo di scorfano, burro ai crostacei, ricci di mare, calamari, peperone crusco” e “Plin, ribs di manzo, gremolada, demi-glacè”.
Anche qui la golosità la fa da padrona. Mentre il primo è un piatto di pesce giocato su contrasti piccanti e decisi, il secondo è il trionfo della bontà.
Un piatto “confort zone“ da mangiarne fino allo stordimento.
La pasta dalla sfoglia sottile risulta ben compatta e questo giova alla masticazione. Il ripieno è corposo e saporito ma non salato. Infine il fondo bruno è la vera chicca che ti porta la scarpetta finale senza indugi.
Pienamente in estasi, decidiamo per un secondo
E mai mi sarei aspettato di trovare uno dei secondi di carne più buoni mai assaggiati.
Eh si, signori miei… questo piatto nella sua semplicità è stata una rivelazione!
“Cervo marinato con camomilla e fieno, cardoncelli al limone, germogli di piselli, toma, nocciole”.
Che dire…
Il filetto si tagliava con il solo sguardo. La carne tenerissima, si scioglieva in bocca come fosse burro. Anche qui ritroviamo la cremosità in un gioco di consistenze, tra la croccantezza della nocciola a donare l’aspetto tostato ed il cordoncello con la parte più morbida e spugnosa.
Gran Piatto!
Infine eccoci giunti al dolce.
Prendiamo “Semifreddo al pistacchio, zuppa al cioccolato bianco e rhum, polvere di arancio” e “La coppa Machiavelli”, ovvero il dessert ideato dallo chef Barbieri: “Crema pasticciera alla vaniglia, gelato al Mascarpone, riduzione di lambrusco, frutti rossi“.
Ottimi entrambi, ma mentre il primo è un’abbinata classica, e sai già che gusto aspettarti, il secondo è un’inaspettato tripudio di golosità. Nella sua totale cremosità è’ un mix di goduria tra dolce, acido e alcolico che non stanca mai, e ad ogni cucchiaiata ti coccola il palato e lo solletica. Ne mangeresti una tonnellata.
Chiudiamo quindi con un buon caffè e due chiacchiere con Erik che mandiamo a chiamare.
Inevitabile il rilascio dell’adesivo, che il Fourghetti merita assolutamente.
La cucina di Erik è una cucina confortevole, semplice e attenta alla golosità. Giocata sulla stagionalità dei prodotti e materie prime di ottima qualità, abbinata a combinazioni che divertono il palato.
Una dote spiccata per le panature e le cotture ma in particolare sulle portate di carne. Pasta fresca come Plin e tortellini sono da provare assolutamente.
Una piacevole scoperta che non mancherò di ritornare a provare forse chissà, proprio con qualche amico bolognese magari provando pure qualcuno dei loro famosi cocktail!
Consigliato!
Foto di rito con adesivo consegnato allo chef Erik Lavachielli