Ristorante Casimiro e Voi
Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 45 / 80,00 euro cad.
Specialità consigliate
Il Relais Borgo Casale
Chi lo avrebbe mai detto che nel nostro Appennino avrei trovato un borgo medievale incantato, fermo nel tempo?
Si lo so, abbiamo molti castelli e luoghi suggestivi… ma non ce ne rendiamo conto.
Conoscere un luogo cosi particolare e magico è stata una vera scoperta. Un borgo del XV sec, in passato luogo di sosta dei viandanti diretti verso Roma ed ora trasformato in Relais dove alloggiare, mangiare divinamente e coccolarsi in totale relax con Spa e percorsi benessere.
Appena si arriva viene naturale parcheggiare e dal belvedere ammirare il paesaggio sottostante, ancor prima di incamminarsi alla scoperta delle zone che lo compongono.
Noi siamo arrivati con il tramonto, quindi vi lascio immaginare…
Prima di recarci a cena abbiamo fatto un sopralluogo veloce, per curiosare e vivere di emozioni da “primo impatto“. Come un bambino curioso di sapere, scopro così pian piano il borgo, i suoi anfratti, le arcate in pietra, il giardino panoramico e il laghetto. E’ un agglomerato di antiche case in pietra ristrutturate e suddivise in diverse zone, con camere, sala meeting, cantina e centro benessere.
Voi cosa avreste pensato?…
esatto, l’esclamazione è stata proprio quella: Figo.
Comunque dopo la prima occhiata mi reco in camera per lasciare i bagagli e andare finalmente a cena. Anche qui, la sorpresa. Un’ambiente rustico, accogliente, dai toni color pastello e complementi d’arredo unici con richiamo ad uno stile vintage dal sapore antico, vissuto.
Le 16 camere, sono tutte differenti dal colore al nome: Fiordaliso, Crépuscule, Ninna Nanna, Non ti scordar di me, Miele d’acacia…
Noi siamo alloggiati nella “non ti scordar di me“, dai toni azzurri, ma lo scopriamo solo una volta entrati, leggendo la scritta a parete dietro la testata del letto. Bello proprio tutto.
Il Ristorante
Ok, ora basta però… il mio stomaco richiama all’ordine…si deve mangiare!
Così ci rechiamo al ristorante “Casimiro e Voi“, che prende il nome dall’ultimo abitante del borgo, un’omaggio insomma al luogo dove ha vissuto. Da subito mi balzano all’occhio i numerosi contrassegni Michelin sulla vetrata d’ingresso.
Ci accomodiamo in questa sala principale dal camino in bella vista, i toni bianchi e le tovaglie eleganti. Il Ristorante, piccolo e intimo è diviso in 2 sale, solitamente utilizzate la sera per la cena. Per il pranzo del relais invece si sale al piano superiore, attraverso la scala interna ricavata nel muro, dove lo stile è più spensierato, dai delicati colori pastello, sia alle pareti che negli arredi.
Una volta seduti, arriva lo chef a salutarci e a proporci la degustazione che mi darà modo di capire la sua filosofia di cucina. Uno stile ricco di delicati contrasti, consistenze e sapori, con lavorazioni spesso ricche di cotture e crudi in diverse combinazioni. Una cucina insomma divertente, che non annoia e stupisce per l’abilità degli accostamenti e delle materie prime.
Coccolati dall’impeccabile servizio amichevole e professionale di Benedetta, iniziamo con un benvenuto composto da 2 entrèe, il primo una cialda di soffiato di riso giallo curcuma, panna acida, semi di zucca, polvere di porcino e polline, mentre il secondo un bicchierino con mousse di Parmigiano, riduzione al balsamico, chips di Parmigiano, salvia fritta e un grissino di zucca da intingere, un richiamo insomma al territorio.
Si passa poi agli antipasti, e come tutte le portate lo chef spiega il piatto al tavolo per coinvolgere anche mentalmente il commensale. Ecco quindi arrivare “Nuvola di Vitello“ ovvero un richiamo all’arrosto di casa in chiave moderna. “Carpaccio di vitello alla senape, condito con fondo di cappone ristretto, aglio nero, asparagi e chips di tapioca fritta con polvere di capperi“ Un piatto visivamente divertente, con contrasti di consistenze dai sapori ben chiari. L’acidità si alterna alla delicata sapidità che ne da un gusto pieno.
Si passa poi al primo colpo di scena:
Il Piccione ubriaco. Una battuta di piccione marinato con olio di sesamo, salsa di soia, aceto di miele, condito con blu di capra, cipolla fondente con vino rosso, mirto e miele, spugna di ribes e polvere di cipolla bruciata. A dare il lato croccante infine il riso venere soffiato. Una portata che io in primis ritenevo azzardata, sbagliando, perché il risultato è ottimo, dove la crudità del piccione non sciocca il palato ma rimane in perfetta armonia con i sapori circostanti.
Come stacco tra antipasti e primi a ripulire il palato arriva un sorbetto al tea bianco servito con polvere di tea matcha.
Quindi successivamente due portate differenti composte da un risotto e da una pasta fresca ripiena. I due primi entrambi molto golosi sono differenti per carattere.
Il risotto è il secondo colpo di scena da 10 e lode, con un Carnaroli invecchiato 12 mesi, mantecato con aceto balsamico di arancia, aglio nero, fava di cacao, brasato e crudo di anatra. Ritorna ancora la sapienza dello chef a trattare la carne cruda, nei suoi abbinamenti gustosi. Un piatto giocato sulle due cotture dell’anatra, cruda marinata al tea nero e brasata, completata dal frutto del goji. A riequilibrare la parte grassa viene utilizzato l’anacardo tostato che da croccantezza. Più delicati invece i tulipani al foie gras, pernice rossa e Più delicati invece i tulipani al foie gras, pernice rossa e Camembert di capra frullato con panna acida. Un piatto di cacciagione ben studiato diverso dai soliti piatti di pasta fresca. Ottimo.
Si prosegue, con i secondi:
“Foie gras alla veneziana“, cioè scaloppa di foie gras, cipolla fondente caramellata all’agro, balsamico 25, e “Sua maestà il cervo“, composto da controfiletto di cervo, sedano rapa ed essenza di pino mugo.
La scaloppa di foie gras viene servita con 3 tipologie di cipolle per un rimando al famoso piatto del fegato alla veneziana. Un piatto grasso, cremoso, con richiamo acido e un parte croccante data dalla cipolla. Le tipologie di cipolle sono all’agro, caramellate al passito e in forma di fondente, il tutto chiuso nel gusto dall’aceto balsamico di Modena 25 anni.
L’altro secondo è un portata molto suggestiva all’olfatto, poiché viene accompagnata da un’essenza al pino mugo come a richiamare l’habitat dell’animale. Scottato con burro al ginepro e servito su erbette con crema di sedano rapa e riduzione di vino e ribes, viene completato da una salsa con pinoli di cedro che donano contrasto alla carne tenera e succosa.
Prima di completare la cena con il dolce, un piccolo pre-dessert composto da “cioccolatino liquido al frutto della passione e pistacchio sabbiato“.
Sembrerà strano, ma nonostante tutte queste portate non si è appesantiti, ma gioiosi di assaggiare il dessert!
Ed ecco quindi il gran finale: Cacao e lamponi.
Un souffle glacé al cioccolato 64% con sorbetto al lampone e lingua di gatto alla barbabietola, il tutto su terra di cacao, pistacchio, fava di cacao e gel al maraschino al centro. Anche qui contrasti, consistenze, divertimento, armonia… tutto da applauso.
Seguirà la piccola pasticceria e tante chiacchiere.Anima e corpo erano rigenerati.
L’indomani appena alzati, ci godiamo il panorama, il silenzio e questo essere sospesi nel tempo. Colazione poi Spa, per riequilibrare il corpo e la mente. Sembra così lontana la vita caotica e stressante…
Ci fermiamo anche a pranzo e dopo due belle portate meno elaborate ma altrettanto buone (Gnocchi di patate, cinghiale e olive taggiasche / Maltagliati di semola integrale e porcini) ci incamminiamo verso casa. Ne rimane un ricordo dal sorriso spontaneo e dalla sensazione vissuta di relax che mi porterò per tutta la settimana.
Grazie Benedetta e Marco per questa esperienza.
Guarda il Video della chiacchierata con lo chef Marco Marsili
// REVIEW // BORGO CASALERISTORANTE AL CASIMIRO.Lo chef Marco Marsili e la sua filosofia di cucina!..#borgotaro#relais#borgocasale#michelinguide#simonholidaysBorgo Casale
Geplaatst door Simone Gusto op Woensdag 1 mei 2019