Ristorante Il luogo di Aimo e Nadia
Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 95 / 145,00 euro cad.
Specialità consigliate
Ora posso dirlo anch’io… Sono stato nel tempio “di Aimo e Nadia”, non un semplice ristorante, ma una vera e propria istituzione a Milano… e 2 stelle Michelin.
Un posto che ogni appassionato gourmet dovrebbe provare per sentire l’essenza della cucina Italiana.
Il locale nasce dall’intuito dello chef toscano Aimo Moroni e della moglie Nadia che nei primi anni 50 si trasferirono a Milano creando una cucina in controtendenza per l’epoca, che seguisse poco il filone francese, ma portata a valorizzare maggiormente le materie prime italiane rendendole protagoniste.
Una cucina ancora oggi classica, dai sapori veri, concreti, basata su prodotti d’eccellenza e rivisitati in maniera accattivante e all’avanguardia che Aimo ha trasmesso agli Chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini, subentrati nel 2005.
All’ingresso del locale si nota la targa Relais & Chateaux in bella vista, associazione di cui fa parte dal 2014. L’ingresso è un po’ anonimo, l’interno del locale è minimal, pulito, candido. Il bianco che domina la stanza è spezzato da quadri dai colori sgargianti e dalle diverse dimensioni.
La mise en place è classica e lineare. Il servizio si dimostra da subito impeccabile, formale ed affabile. Cantina molto ricercata.
Dopo un primo sguardo al menù e un’indecisione iniziale (tutti i piatti erano molto invitanti) decidiamo per la degustazione “Grand Tour in Italia”, un viaggio che racconta i sapori della nostra terra. La degustazione, non smetterò mai di ripeterlo, è la scelta sempre più adatta per provare diverse portate e capire la filosofia del locale o dello chef.
Già mentalmente proiettati, con l’acquolina in bocca e la curiosità in vena, iniziamo con un’entrèe: “Cozza isolana farcita di mozzarella e pomodorini, con sedano rapa disidratato e polvere di ceci” per poi passare ai due antipasti “Burrata di taleggio della Valsassina adagiata su radicchio tardivo di Treviso, cicoria Milano, barbabietola e rafano” e “Stoccafisso Ragno mantecato all’olio extra vergine di oliva in raviolo croccante di pane di Matera con rapa bianca all’aceto di mele” (un pane che ricorda un po’ la torta fritta di Parma).
Contrasti, acidità, consistenze, tutto ben bilanciato e delicato.
Antipasti dalle consistenze differenti, che da soli ti fanno ripercorrere tutto lo stivale in un viaggio sensoriale senza precedenti.
Proseguiamo con il piatto forse che mi ha più sorpreso, per la sua straordinaria bontà e semplicità, “Spaghettoni di grano duro di Benedetto Cavalieri al cipolloto fresco e peperoncino con filo d’olio e basilico ligure”. D’altronde è uno dei cavalli di battaglia del locale, racchiude l’essenza del posto, semplicità, tradizione e materia prima eccellente, il resto è dato dalla bravura dello chef.
Passiamo ad un secondo saporito, ma delicato, “Triglie di scoglio dorate con calamaretti su crema di carote di Polignano”, un piatto presentato con una cialda di ceci che ne nasconde il contenuto prezioso.
Infine passiamo al dolce, un Tiramisù rivisitato in maniera sublime, il “Tirami-sud”, crema allo yogurt e mascarpone, biscotto al caffè, ricotta al bergamotto e capperi di Pantelleria canditi al miele.
Come faccio a descrivervi la cremosità, la morbidezza di questa crema?
Impossibile. Buonisssssima.
Concludiamo con le coccole finali, dei macarons e dei cioccolatini da accompagnare al caffè.
Un pranzo veramente sublime, che avrei protratto volentieri, sia per il gusto sia per i piatti leggeri e saporiti. Quando si arriva a fine pasto sazi, ma puoi ancora assaggiare qualcosa, vuol dire che la cucina è ottima, le materie di primo livello e le cotture fatte ad hoc.
Meno male che non vivo a Milano, sarei spesso in questo posto.
Un grazie di cuore a Jack, Giulia, Nunzia e Antonio, che hanno reso speciale questa giornata. La bellezza di recensire locali non è legato solo al palato, ma è anche trovare persone affabili che con il tempo si trasformano in amici.