Ristorante Marta Cucina D’aMare
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 50 / 80,00 euro cad.
Specialità consigliate
Recensione – Giugno 2023
Eccomi nuovamente in Sicilia, in particola sulla costa meridionale, a Marina di Ragusa, per consigliarvi uno dei pochi locali gourmet targati “Michelin“, presenti nella zona. Era dalla scorsa estate che volevo provarlo, e come sempre accade se mi rimane un pallino, o istintivamente mi attira qualcosa devo verificare, e per fortuna anche stavolta il mio fiuto non ha fallito!
Si chiama “Marta Cucina D’aMare“, ed è gestito dalla Chef Marta Denaro, giovane promessa della cucina siciliana.
Marta è timida, umile, ma dalle idee molto chiare: fare una cucina golosa, che appaghi il palato. Di se stessa dice: “Non mi definisco Gourmet, io faccio la mia cucina, quella che piace a me, che mangerei io quando vado fuori a cena“
Ed è esattamente questo che troverete, una cucina fatta di passione, dai molti piatti equilibrati ma ricchi di golosità, dove la protagonista rimane la materia prima ben lavorata e sempre fresca.
La Location
Situato nel centro del paese di Marina di Ragusa tra i vicoli e le mura della Torre Cabrera, è caratterizzato da due terrazze vista mare. Attualmente però si può scegliere se cenare nella piazzetta antistante l’ingresso o al piano superiore. C’è da dire che il clima dei due ambienti è differente, sotto risulta più conviviale, tra tavolini colorati e luci a cadere, sopra più elegante e romantico.
Arrivati davanti il locale ad attirare l’attenzione è la cucina a vista, elemento che a mio avviso mostra sempre grande fascino; posizionata subito dopo la porta d’ingresso. Saliti al piano superiore, ci accomodiamo nella sala della terrazza, praticamente siamo dentro una teca, i lati sono chiusi da vetrate, per una vista a 360° per potere ammirare il paesaggio circostante.
Come prima impressione direi che ci siamo.
Elegante, clima rilassato, mise en place minimal e moderna; lo staff è giovane e veloce.
Decidiamo per ordinare dei piatti singoli, senza degustazione.
Nel frattempo, arrivano tre pagnottelle con olio d’assaggio.
Il Pane è croccante e all’interno morbido. Buono. L’agognata panificazione è giusta.
Gli antipasti
“Seppia in nero, fave e caprino” e “Midollo di manzo, tartare di scampi e salsa verde”.
Iniziamo parlando delle seppie, morbide, non stoppose, sono rafforzate dal bel contrasto di acidità cremosa del caprino sul fondo e dal leggero tono amaro delle fave che ne aumentano anche l’aspetto vegetale. Un buon piatto, dove forse esteticamente stona il color nero, che lo rende poco invogliante. Considerazione fatta alla fine della cena con la Chef che probabilmente le riproporrà con la versione precedente, più colorata e appagante.
Il midollo invece esprime da subito tutta la sua golosità, giocando sul binomio carne-pesce.
L’aspetto del midollo è grasso-cremoso e l’affondo del cucchiaio è perfetto, appena arriva alla bocca sprigiona un mix incredibile, tra sapidità, dolcezza
Passiamo ai primi
Due piatti che ritengo veramente ottimi… qui regna il buono assoluto!
Ordiniamo “Linguina al burro della Normandia, tartare di crostacei e nocciola” e “Pasta mista risottata al sugo di triglia, fonduta di caciocavallo e salsa al finocchietto
La linguina è un piatto tremendamente goloso, dove la cottura al dente lo rende perfetto. Impeccabile nella sua consistenza, cremoso, in equilibrio perfetto senza mai sovrastare la delicatezza della tartara dal rosso acceso. il gioco dolcezza e sapidità è all’ennesima potenza da renderlo un piatto “gourmet” per tutti i palati.
La Pasta Mista invece è una simil zuppa dal forte ed elegante carattere dove prevalgono i sentori del mare, tra sapidità e freschezza, con il finocchietto a ripulire il boccone in un continuo gioco di contrasti e di consistenze dato dai diversi formati di pasta.
Veramente da leccare il piatto!
I Dessert Finali
Concludiamo la cena con due dessert, il Primo; “Biscuit Joconde al Cacao, Mousse al Cioccolato Caramelia, Frutti Rossi e Meringa all’italiana “. Tremendamente soffice, suddiviso in tre differenti consistenze. Quando il cucchiaio affonda, trova alla base una cialda simil pan di Spagna, poi la freschezza della mousse al cioccolato e infine la soffice Meringa. Un dessert giocato prevalentemente sulla dolcezza ma intelligentemente intervallato dalle punte acide dei frutti rossi che ripuliscono il palato dalla parte grassa. A primo impatto, ciò che mi stupisce è la consistenza della meringa, una nuvola leggera, non stucchevole. In questa quantità è facile sfociare nella pesantezza, qui invece è talmente ben fatta che non disturba. Anche qui come per altri piatti espongo alla chef il mio suggerimento, indicando appunto (se vogliamo fare le pulci) la mancanza di un elemento croccante che contrasti la morbidezza del piatto.
Il secondo dessert. “Cannolo di Bottone e Gelato alle Mandorle “è una rivisitazione del classico dolce siciliano ben studiato nelle sue consistenze. Tanto “semplice” quanto eccezionale nell’insieme. Protagonista assoluto il Cannolo, dall’impasto croccante, ottimo, che si alterna con la cremosità della ricotta e del gelato in un mix di stuzzicante sapidità e lieve dolcezza.
Direi un gran bel finale!
Appurato quindi la riuscita della cena, una volta pagato mi svelo alla chef e consegno l’adesivo. Marta dapprima, imbarazzata dalla mia visita si lascia poi andare a chiacchiere liberatorie, tra considerazioni e aneddoti.
Con il palato soddisfatto mi allontano dal locale, e passeggiando sul lungomare ne nasce una considerazione spontanea:
Perchè ci sono zone della Sicilia ancora troppo poco valorizzate?
Perché le più importanti guide non vengono a vedere queste realtà?