Ristorante Meme
Punteggio: 4 / 5
Prezzo (escluso bevande): 50 / 75,00 euro cad.
Specialità consigliate
Solitamente in una città come Parma, legata fortemente alla tradizione, dove pasta sfoglia, selvaggina, salumi la fanno da padrona, trovare un ristorante di pesce di buon livello è una cosa non così semplice come si crede.
Me lo chiedono spesso e i nomi che indico sono sempre i soliti 3-4. Non di più. Si certo, ci sono locali e anche pizzerie che fanno pesce, ma a mio avviso non si possono considerare Ristoranti di Pesce.
Eccomi quindi a raccontarvi e consigliarvi il Ristorante “Meme“, dello chef e patron Marcello Serra. Un locale già segnato in agenda da tempo, ma che per varie vicissitudini non avevo mai trovato tempo, ma finalmente una sera di luglio, eccomi qua a testarlo.
Locale moderno-elegante, toni scuri, prevalenza di legno, qualche sprazzo di colore. Mise en place minimal.
Una bella sensazione appena si entra. Si, un bel posto, per intenderci dove far bella figura al primo appuntamento. Da subito noto piccoli dettagli che mi fanno comprendere la cura nel cliente, cosa che molti non fanno, o danno per scontato. Ad esempio il cestino del pane, composto da diverse tipologie compreso di buonissimi grissini, o l’entrèe di benvenuto e il pre dessert. Insomma piccole accortezze di un locale che vuole mostrare interesse e coccolare il cliente.
A fine cena poi, ci si rende conto inoltre di spendere il giusto. Anzi credevo di più, quindi prezzo è super accessibile.
I piatti sono ricchi di gusto, abbondanti e pieni di sapore. Equilibrati, con i vari ingredienti che si distinguono senza problemi. La differenza chiaramente la fa il pesce fresco, una materia prima scelta con accortezza. E a tal proposito, proprio per avere un parere differente, mi ero portato un siciliano DOC cresciuto a pesce e panelle, così da avere un giudizio più profondo. E anche lui è stato del parere che la freschezza è il punto forte.
Comunque una volta seduti, dopo aver assaggiato il pane, e l’entrèe composto da “Alice marinata allo spritz , maionese agli albumi, cipolla di tropea caramellata“ iniziamo ordinando 2 antipasti, con “Cubettata di tonno con scaglie di cioccolato piccante e arance a vivo abbinato a Gingadir & Tonic“, e “Pesce fresco di giornata (non ricordo) marinato e servito su alga nori e yogurt mantecato alla soia“.
Piatti puliti, diretti, belli nella loro semplicità.
Passiamo quindi ai primi, con “Strisciata di bottoni ripieni di ricotta di bufala, insaporita alle acciughe selezione Buratti con salsa alla triglia di scoglio, melanzana a cubetti e maggiorana“, e “Strascinati con ragù di pescato fresco di giornata, pomodorini freschi, olive taggiasche e pane abbrustolito al profumo di capperi.“
Due portate che dall’aspetto non rendono giustizia al sapore. Sono ottimi, ma l’impiattamento è troppo superficiale. Deve essere più curato.
La vista al giorno d’oggi gioca un elemento fondamentale. Un piatto prima si mangia con gli occhi poi si assapora con il palato. Una presentazione ben fatta, elegante, pulita, aggiunge valore al piatto, ne amplifica il giudizio finale.
Detto questo concludiamo con i dolci,
non prima di aver assaggiato il pre dessert composto da “Lollipop al cioccolato bianco e pina colada”, una coccola che esplode in bocca.
Ma veniamo ai dessert, con due nomi evocativi: “Violetta di Parma“ per me e “Chi ha bucato la crostatina“ per il mio amico.
Il primo è un dolce in onore di Parma e composto da “Sablè al cacao e grue di cacao, chantilly montata al cioccolato fondente e fior di sale, namelaka al cocco, gel allo cherry e sorbetto ai lamponi“. Il secondo dal nome con chiaro richiamo all’opera di un grande chef italiano, è composto da “Cremoso al Cassis e Violetta di Parma su un biscotto di riso, mandorle e pepe di Sichuan, gel di acqua di rose“.
In conclusione quindi come scritto all’inizio è un locale dal grande potenziale, intimo, elegante con gustosi piatti e dessert per golosi. Unico appunto: sistemare la presentazione.
Provatelo e poi mi direte!