Ristorante Morelli
Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 80 / 130,00 euro cad.
Specialità consigliate
Ci sono locali che ti rimangono impressi appena assapori il primo piatto, chiamatelo amore al primo boccone, ma capita.
Ti si accende una lampadina, è come un flash. Mi è successo un martedi sera a Milano. Invitato da una amica per provare il locale, mi ero approcciato con le aspettative del classico ristorante Milanese condotto da uno chef importante, ma alla fine si è rivelata una serata memorabile, divertente per lo spirito e il palato. Di chi sto parlando? Dello chef Giancarlo Morelli e il suo omonimo “Morelli” il nuovo ristorante da poco aperto all’interno dell’hotel Viu nella zona di Chinatown.
Questa esperienza è iniziata come una serata qualunque ed è finita che abbiamo chiuso il locale con lo chef, tirando fino alle 2.00 in chiacchiere!!
Ma veniamo alla cena…
Varcata la soglia ed attraversato l’elegante Hall dell’hotel, arriviamo ad uno dei due spazi, Il “Bulk Bar“ che lo chef ha pensato per questo locale. Un caratteristico mixology food bar, stile americano con bancone e bottiglie su scaffale retroilluminato. In sala divanetti e tavoli utilizzati per un pausa pranzo veloce, tipicamente milanese. Un angolo conviviale, moderno con cucina a vista proprio di fronte alla zona bar. Proseguendo si arriva all’ingresso della zona ristorante, diviso solamente da una tendaggio scuro. La sala è elegante, raffinata e moderna, caratterizzata dai toni del grigio e nero alle pareti. Il legno del parquet, illuminato dalle lampade sferiche a caduta riequilibra un tono forse troppo freddo dando piu calore alla stanza. La mise en place è essenziale ed il servizio elegante. A spiccare in questi toni scuri è il candore delle tovaglie come a voler fungere da palcoscenico per lo spettacolo che da lì a poco saremmo andati a gustare.
Ambientati in questo clima di grande eleganza, ecco arrivare dandoci il benvenuto lo chef Giancarlo Morelli. Da subito ne comprendo il fare, diretto schietto senza formalità. Un pregio che poi si rivelerà parte dominante della sua cucina. Ci lasciamo traghettare da lui e dal suo estro nella degustazione a 7 portate, con 2 antipasti, 2 primi, 2 secondi e il dolce.
Prima di iniziare questo viaggio, veniamo sorpresi dalla presentazione di 2 pagnotte di pane crudo che verranno cotte e ancora calde servite al tavolo. Ora non vi posso descrivere precisamente la bontà, un pane caldo, dalla crosta sottile e fragrante e morbido al suo interno, accompagnato da burro cremoso adagiato in un cestello in legno, come fosse uno scrigno contenente oro, qualsiasi altra descrizione sarebbe riduttiva… ed è ancora poco. Pane e grissini sono straordinari. Di una bontà come poche volte accade di trovare anche nei ristoranti più blasonati.
In estasi per il pane ecco arrivare i 3 piccoli assaggi per allenare le papille alla degustazione: “Royale di asparagi, crème fraiche, caviale ed erba cipollina”, “Tartelletta, crema di cavolfiore, anguilla affumicata e rapa marinata”, “Panino al vapore, ragù di fagiano e gel di aceto di champagne”. Poco dopo si inizia e arrivano le prime 2 portate una di carne e l’altra di pesce: “Animella, limone, capperi“ e “Dentice, rape, prugna fermentata“. Mentre l’animella fritta è l’emblema della golosità, decisa nel sapore con sprazzi acidi, il Dentice è leggerezza allo stato puro dai toni lievemente agrodolce. Una portata raffinata di crudo, qualitativamente molto alta, dove la freschezza è indiscussa. Avendo la fortuna di un commensale che non predilige i crudi, assaggiamo poi l’alternativa al dentice: “Calamaretti spillo, riso, zafferano”. Un mix di cremosità, ingegno e delicatezza che si accoda per bontà ai piatti già assaggiati.
Passiamo poi alle portate da me sempre amate… i primi.
Un bis che stravolge e mi fa innamorare già della cucina di Morelli. Il primo è la rivisitazione del concetto di amatriciana racchiusa in un raviolo, dal ripieno corposo con cime di rapa e un grissino di guanciale croccante a stimolare il palato. Un piatto che evoca il sapore della cucina mediterranea. Il secondo è un risotto dalla combinazione, dolce, sapido, affumicato, cremoso… “Riso Gallo”, ovvero “Risotto con ricotta di bufala affumicata, gambero rosso di Mazara, tartufo estivo e colatura di alici”. Un’insieme di ingredienti che a nominarli assieme sorgerebbe qualche dubbio, ma che in bocca si rivelano bilanciati e incredibilmente armoniosi tra loro. Eccezionale. Proseguiamo quindi con i 2 secondi, anche qui uno di carne e uno di pesce: “Piccione allo spiedo, cavolo viola, ribes” e “Scampo, riso, finocchio”. Due sono le cose che esaltano l’assaggio: nel tenero piccione, la crema bruna ottenuta dai suo fondo con il ribes, nel gambero, dalla dolcezza lieve, invece la morbida maionese ottenuta dalle bisque delle teste. Una cremosità poi accompagnata dal pizzicore dato dallo zenzero e dalla freschezza del finocchio utilizzato per riequilibrare il tutto.
Si arriva quindi alla conclusione della serata (con rammarico) con il dessert finale.
Un dolce nato dai ricordi d’infanzia dello chef Morelli, e rivisitato in chiave moderna. Preparato in cucina viene poi completato al tavolo con l’utilizzo di frusta e azoto: “Pane e Latte”, ovvero 5 versioni del latte in diverse consistenze. Un piatto composto da “gelato al fiordilatte, Pop Corn di latte, Pane con latte al caramello, Cialda di latte e infine Crema di latte”. Che bella cena, è stato il mio pensiero appena concluso il tutto. E mentre lo chef si siede al nostro tavolo per chiacchierare arrivano ancora altre piccole degustazioni di accompagnamento con il caffè, come se non fosse stato chiaro a ribadire la qualità di una cena tra le migliori fatte ad oggi. Un quartetto di Bon Bon che comprendevano: Macaron al limone, Tartelletta al cioccolato e oro, Chips di cacao e mandorla e Bignè alla nocciole e dulcey. In estasi per la serata, ci facciamo accompagnare nella presentazione della brigata e nella cucina immensa e luccicante del locale.
Uno spazio ordinato, dove salta subito alla vista il bellissimo tavolo in legno utilizzato per il “Table Friends”, un angolo su prenotazione, dedicato ai clienti “amici“ che vogliono gustare i piatti direttamente in cucina. E così si finisce a visitare anche la cucina a vista del Bulk Bar per poi parlare di tematiche legate allo spreco.
Nella notte profonda di Milano, mentre la macchina seguiva i riflessi sull’asfalto del lampeggio dei semafori, nel mio essere gourmet improvvisato sapevo di aver arricchito ancora una volta un bagaglio di sapori e di sapere che in pochi hanno la fortuna di provare.
Un’altra cena era entrata di diritto nella mia memoria.
Grazie Giancarlo.