Ristorante Rais
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 40 / 60,00 euro cad.
Specialità consigliate
Ogni anno lo stesso dilemma, a 4 mesi dalle vacanze ci si mette a dieta ferrea, per indossare l’agognato bikini, ma poi si sbaglia scegliendo come meta un grazioso paesino in una delle regioni più goderecce a livello culinario d’Italia… La Sicilia.
Quest’anno la scelta è stata San Vito lo Capo in provincia di Trapani, paese di 5.000 anime che nel periodo estivo si triplicano, o almeno questa è stata la mia sensazione. Degno di nota per rimanere in tema culinario è il “Cous Cous Fest” che ogni anno si svolge a San Vito lo Capo l’ultima settimana di settembre, rassegna internazionale di cultura ed enogastronomia, durante il quale si svolge una gara gastronomica internazionale di cous cous “The Cous Cous World Championship“.
Tutto questo per spiegarvi che rimanere a dieta è stato praticamente impossibile.
Durante il giorno lo Street food la fa da padrone, ma la sera, quando si ha voglia di mettersi in ghingheri, non rimane che l’imbarazzo della scelta…
L’idea era quella di evitare i luoghi del delitto, quindi un rapido sguardo al sito di Simon per individuare un ristorante dove ancora non eravamo stati e fare la nostra scelta.
In molti mi avevano parlato del Ristorante Rais e visto che ancora non lo avevamo provato mi è sembrata la scelta più giusta.
Ubicato a due passi dalla via principale, con pochi tavoli all’esterno, il Rais si presenta in modo discreto, quasi in punta di piedi… dentro invece è tutta un’altra storia, arredamento urban-chic, giovane e frizzante, reso elegante dal gioco di luci, i toni sono neutri con spruzzi di colore dati dai tavoli e quadri alle pareti. L’illuminazione con le bocce di vetro a cascata sui tavoli dal giusto retrò e le sedie in plexiglass ultra moderne rendono irriverente il Rais
Accompagnati al tavolo da Nicola, mi faccio consigliare sulla scelta dei piatti, ma soprattutto del vino e scopro che Nicola è un vero esperto. E si… perché non basta avere un ottima carta dei vini se poi non li si conosce. Dopo esserci scambiati le varie opinioni sui Vini decido di fidarmi e al mio tavolo arriva una bottiglia di “Guardiani di Aralto” – Grillo, della cantina Baglio Oro.
Grazie Nicola per avermelo fatto conoscere!
Nel frattempo, deciso cosa mangiare, iniziamo con due antipasti: un Tonno Tataki e uno Sformatino di zucchine e ricotta.
Due piatti uno l’opposto dell’altro. Il primo piatto ti affascina subito per i colori e se è vero che prima si mangia con gli occhi… alla sola vista ero già sazia, bocconcini di tonno tataki adagiati su burrata di bufala, maionese di rapa rossa e chips di patata viola. Sapori delicati, ravvivati dalle zeste di limone e dalla maionese. La dolcezza della burrata contrasta il gusto deciso del tonno rendendo questo tataki diverso dal solito tonno scottato.
Lo sformato di zucchine invece rispecchia a pieno la cucina mediterranea, ricco di sapore. Sarà per la forma a cupola, ma per me è la cappella sistina degli antipasti. Si presenta come un piccolo scrigno, adagiato su una vellutata di pomodoro, ricoperto da una fonduta di Ragusano DOP, con sopra striscioline di buccia di melanzana croccanti. Lo tagli e già con la sua morbidezza le papille gustative vanno in tilt. La cremosità e sapidità un tantino spinta di questo piatto, ti invoglia a provare ogni forchettata con la vellutata di pomodoro che con la sua dolcezza rimette in equilibrio tutto il piatto.
Proseguiamo con Cous Cous Tonnara del Secco e Calamaro Rais.
Lo dico subito…
non sono un esperta di Cous Cous, ma se una piatto è buono. Non c’è bisogno di essere degli esperti. Per farla breve, mi arriva questa cupolona di Cous Cous, con la salsiera a parte… “ecco, già mi sembrava tanta, ora con l’aggiunta del condimento minimo raddoppia”. Ma per quanto mi riguarda poteva anche triplicare tanto era buono! Cous Cous accompagnato da Tonno e pesto agli agrumi e melanzane. Un gusto vibrante, inusuale, mai provato prima davvero non saprei come descriverlo se non buono.. buono.. buono!!. Le materie prime d’eccellenza, tonno e agrumi di prim’ordine rendono questo piatto unico nel suo genere.
Il calamaro Rais, è un bel calamaro che sfamerebbe una famiglia di 4 persone. Ora, per chi conosce la cucina Siciliana ci addentriamo in quello che più comunemente viene chiamato Sugo alla Norma. Cosa c’entra il Calamaro con questo sugo? Anche secondo me non c’entrava nulla, ma poi… ti portano questo bel calamaro impanato e fritto, adagiato su un letto di sugo alla norma, Pomodoro fresco con ricotta salata e melanzane fritte, e tutto quello che per te era sacro non ha più senso. Morbido e croccante, dolce e salato, gli opposti che si attraggono.
Non posso certo dire che a questo punto non ero sazia, anzi, ma avevo una curiosità da togliermi, più che altro uno sfizio di gola. Sul menù avevo adocchiato il Cous Cous Black Ink, più volgarmente Cous Cous al nero di seppia, chiedo se è possibile averne un assaggio, e vengo accontentata. Al tavolo mi arriva questo cupolino piccolo e nero, con sopra polpa di riccio.
Salivazione alle stelle!
A me è piaciuto molto in quanto il sapore del nero di seppia è bello deciso, non slavato come spesso capita. E la polpa di riccio, con la sua parte minerale… l’accento che fa esaltare tutto.
A questo punto ho bisogno di qualcosa per riprendermi, io opto per un sorbetto a limone mentre chi mi accompagna si lancia su una Mousse ai tre cioccolati, fondente, bianco e al latte con glassatura all’arancia.
In tutta onestà devo dirvi che non ce l’ho fatta ad assaggiarla, ma la faccia di chi mi stava seduto davanti non mi ha lasciato dubbi. Sarà la prima cosa che vorrò mangiare al mio prossimo viaggio a San Vito lo Capo.
Veniamo raggiunti da Nicola e mentre mi lascio consigliare per l’amaro come conclusione della cena, ne approfitto per fargli un paio di domande, voglio sapere chi c’è in cucina, appena mi viene detto il nome capisco subito il perché di piatti così buoni.
In cucina c’è lo chef Peppe Abate, vecchia conoscenza di Simon’s Food, chiedo di incontrarlo.
Mentre aspetto che lo chef si liberi chiedo il conto e continuo a chiacchierare con Nicola, e scopro che è proprietario e socio assieme a Vito, altro giovane di talento con le idee ben chiare sul tipo di ristorazione che vuole proporre. Vengo raggiunta dallo chef e a questo punto non posso non dirgli chi sono; mi siedo a fare quattro chiacchiere con Peppe, persona straordinaria e alla mano. Da quello che mi racconta percepisco subito la passione che ha per il suo lavoro, la tanta strada fatta e la voglia di cogliere altre sfide che la vita sicuramente gli riserverà.
Nel frattempo ci raggiunge anche Francesco, capo partita ai secondi. Un ragazzo giovane dal sorriso contagioso.
Rientrando al mio alloggio non posso fare a meno di ripensare ai piatti che ho assaggiato e alle sensazioni che ho provato ad ogni forchettata.
Ogni volta che ripenserò a questa vacanza a San Vito lo Capo… sarà inevitabile, ripensare al RAIS e alla bravura del suo chef.
Recensione: Giovanna (Resp. Zona Lombardia per Simon Italian Food)