Ristorante Soj – Vino e Cucina
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 30 / 50,00 euro cad.
Specialità consigliate
Recensione
Una sferzata di freschezza è arrivata in città!
Ricreato su falsa riga dei locali giapponesi “IZAKAYA” , ma in stile italiano, aperto poco più di 1 anno fa, tra i borghi del centro storico di Parma c’è “Soj – Vino e Cucina“, un piccolo bistrot da 16 posti con cucina a vista, tavolini in legno e bancone.
Appena entri, ti pervade la sensazione di quella tranquillità che ritrovi nel salotto di qualche amico mentre sgranocchi qualche oliva con un aperitivo in mano. I Ritmi sono scanditi con criterio ma senza lo stress solito del centro città. Dietro al bancone tra i fornelli ci sono i due Chef Federico Capocasa e Eugenio Restivo, che oltre a cucinare servono direttamente le portate ai tavoli. Nessuna brigata, nessun cameriere.
Tutto in un’unica stanza, il locale si divide tra cucina e la sala, giocata sui toni chiari tra bianco e verde pastello e con pochi quadri alle pareti.
All’ingresso “Al Soj“, (termine dialettale) ovvero un piccolo bigoncio che si usava quando nelle cantine di casa si faceva il vino. Da qui il nome del locale, a richiamare quella spensieratezza che si prova sorseggiando un buon calice in compagnia.
La cucina è attenta, minuziosa e giocata sulla freschezza dei prodotti.
Piatti dalla creatività mai estrema che valorizzano la tradizione italiana in chiave gourmet.
Non mancano tra le portate richiami alle influenze orientali con brodi, ramen e carni dalle cotture perfette, dove i sapori sono i veri protagonisti. Portate vegetali, infusioni, parti croccanti, salse cremose, crumble e brodi evidenziano una semplicità apparente e una sensibilità spiccata negli abbinamenti dove la materia prima risulta fresca e ben lavorata. Il territorio rivive nei piatti attraverso i suoi prodotti e la loro stagionalità, con funghi, lumache, zucca, anatra, in una veste accattivante e moderna. Anche il pesce risulta ben giocato con portate equilibrate, come salmerino, anguilla e trota, lasciando indeciso il cliente su che piatto sia il migliore.
Dopo questa infarinatura generale passiamo alla nostra degustazione partendo dagli Antipasti!
Appena seduti e letto il menù, ci siamo lasciati ammaliare dagli antipasti, e quindi abbiamo deciso di provare “Taco di cavallo Pesto, cipolla bruciata, maionese bianca, nasturzio, crescione e acetosella” e “Anguilla in Carpione“ con salsa al vino, cipolla rossa in agrodolce, scalogno sott’olio sfere di pastella fritta e foglie di acetosella.
Come in tutti i locali che proviamo, anche stavolta l’arrivo delle prime portate rimane il momento decisivo per capire se la scelta del locale è giusta o meno… ma una volta provati abbiamo avuto la certezza di aver fatto Bingo!
Il cavallo in forma “Tacos” risulta un piatto da street food di qualità, tanto semplice quanto geniale. La carne è saporita, dalla freschezza indiscussa, giocata con alternarsi di punte acide e vegetali, tra la croccantezza delle verdure e la salsa cremosa che avvolge il palato. La piada rimane morbida nel centro ma croccante ai lati, favorendo la salivazione e la voragine di fame che da lì a poco pervade lo stomaco.
Anche il secondo antipasto si rivela un piatto ottimo, dalle combinazioni stimolanti.
L’anguilla risulta non viscida ma tenera, e qui si comprende la capacità di controllare le cotture, Delicata e dall’aspetto elegante, prende vigore con le parti croccanti della pastella a richiamare l’idea del fritto nel classico “carpione“. L’agrodolce della cipolla, che non è invadente, ripulisce il palato rimanendo lungo nel gusto. Molto piacevole è il cambio continuo tra l’agrodolce, il croccante e il morbido che si alternano di continuo.
Ormai convinti della cucina di Federico ed Eugenio, proseguiamo con l’assaggio di 2 primi:
“Assoluto di Zucca“, ovvero Cappelletti ripieni di zucca, brodo di zucca, crema di zucca, parmigiano e salvia fritta” e “Pasta, Fagioli e Porcini” con crema di canellini, mix di fagioli, ragù di porcini della Val Taro, polvere di pomodoro, maggiorana e levistico.
Piatti sempre coloratissimi che rallegrano la vista.
“L’assoluto” è una lettura differente dei classici tortelli di zucca ma con un brodo di fondo delicato e dal gusto pieno. La sfoglia sottile contiene un ripieno cremoso e ben compatto. In fine il tocco croccante della salvia fritta dona freschezza al piatto.
“Pasta, Fagioli e Porcini” giocano invece sulle diverse forme e consistenze differenti di pasta e fagioli. La parte bruciata della cipolla dona la sensazione di affumicato senza invadere l’equilibrio del piatto. Così come l’acidità della polvere di pomodoro, lievemente percepita. A chiudere il tutto, il fungo e le erbe con la sua parte vegetale donano freschezza e aromaticità riportando alla mente i profumi dell’autunno.
Chiaramente conquistati, si passa quindi a provare altri 2 piatti e il dolce finale.
Si inizia con “Anatra, Radici e Tuberi”, con topinambur, sedano rapa e patate, per poi provare “Lumache trifolate“ con crema al prezzemolo ed erbe aromatiche.
Lo dico?…
Una delle anatre più buone mai mangiate. Ecco l’ho detto!
Qui la GODURIA è ASSOLUTA!.
La carne d’anatra è succosa e il fondo bruno saporito e denso, Ma Soffermiamoci sulla carne, cotta egregiamente, dal cuore morbido e tenero ed esternamente con quella crosticina della pelle che scrocchia appena l’addenti. Da volare via. Sotto la crema di sedano rapa è velluto puro e avvolge tutto. Le patate e il topinambur sono la parte morbida e contemporaneamente croccante del piatto.
L’altro piatto invece è ricco di freschezza con protagonista lumache grosse, morbide e “carnose“ dell’azienda nostrana “Parizzi”, insaporite dal leggero gusto all’aglio e spuma al prezzemolo. Nel fondo nascosta tra i crostini e la misticanza di erbe c’è la crema alle ortiche che invoglia continuamente alla scarpetta fino a ripulire il piatto.
Conclusa quindi questa degna scorpacciata, si arriva al dolce.
La scelta è difficile perché tutti sono invitanti, ma si decide per un’amarcord… “Winner Taco”, il famoso gelato anni 90’. In realtà è un richiamo creativo composto da “Mousse di ricotta e mascarpone con inserto al caramello glassa cioccolato fondente e arachidi”. Appena addentato, ho subito un flashback di me e le mie estati da ragazzino in Riviera Romagnola. Un dessert a forma di cupola dal cuore morbido di ricotta, con attorno crumble croccante e caramello goloso.
Eccoci quindi alla fine.
Pienamente soddisfatti e stupiti della grande cucina provata, pago e rivelo ai ragazzi chi sono e cosa faccio. Contento di essere stato il primo, rilascio l’Adesivo, e dopo due chiacchiere esco con la consapevolezza che ci rivedremo presto per provare altri piatti.
Che Gran bel locale!
Adesivo consegnato con Lode!